2)
Incompatibilità “legale” ed ambientale della localizzazione e realizzazione
del Porto Canale
Premesso che (con riferimento al
Manifesto del prof. arch. A. Loris
Rossi):
ü
la legge 431/1985 (legge Galasso)
trasfusa nel decreto legislativo 490/99 protegge, sottoponendola a vincolo
paesaggistico, una fascia di 300 metri dalla costa;
ü
la legge 582/96 (confermata dalla
finanziaria del 2001) prescrive il “ripristino della morfologia naturale della
costa”
ü
Il Decreto del Ministero per i beni e
le attività culturali del 06/08/1999 riafferma il vincolo paesaggistico
dell’area oggetto di bonifica (con riferimento, in particolare alla costa) e
destinata al porto canale;
ü
la Sovrintendenza ai B.A.P. in data
13/03/2003 ha espresso parere contrario alla realizzazione del porto canale così
come approvata nel Piano Urbanistico Esecutivo per Bagnoli;
ü
il sito prescelto per la
realizzazione del porto canale è esposto alle traversie dominanti di libeccio e
di scirocco;
ü
le condizioni geomorfologiche e
meteoclimatiche, sono particolarmente sfavorevoli al sito prescelto determinando
i presupposti (unitamente alle opere che conseguentemente dovranno realizzarsi)
per il ristagno dell’acqua e l’insabbiamento del bacino artificiale (perché
di questo si tratta) ipotesi che ha indotto il Sindaco a richiedere la
realizzazione di un modello in vasca;
ü
per la realizzazione di detto porto
canale occorre scavare e movimentare 922.500mc di terreno inquinato e gettare in
mare centinaia di tonnellate di cemento per palificate e moli (la
cementificazione di 400m del pontile nord, la realizzazione di un nuovo molo, di
analoghe dimensioni, a sud e la realizzazione di una diga frangiflutti);
ü
la realizzazione (con le opere del
punto precedente) del porto canale e la sua conseguente attività andrebbero a
sconvolgere le sorgenti termali – risorse naturali protette dall’art. 9
della costituzione –, presenti in mare e lungo la costa, utilizzabili, invece,
per la realizzazione di stabilimenti idrotermali, supporto importante per
rilanciare l’attività turistica dell’area;
ü
la
realizzazione del porto canale nel sito indicato nel Piano Esecutivo per Bagnoli
non solo interrompe la linea di costa e la stessa spiaggia ma sottrae a
quest’ultima oltre 150m lineari ai quali occorre aggiungere, a sud, gli oltre
200m della Città delle Scienze che sulla stessa verrebbe ad insistere (fatto
salvo che non vengano demoliti tutti i padiglioni oggi presenti ad ovest di via
Coroglio che, appunto, risultano assenti nelle planimetrie allegate al Piano);
ü
il Piano Esecutivo prevede la
sistemazione di 700 posti barca ma che, tuttavia, come può dedursi dalla fig.1,
attualmente nell’antico naturale porto greco-romano di Nisida sono presenti
circa un migliaio di imbarcazioni che se non fatte sgombrare si sommeranno a
detti 700 posti venendo a realizzare una situazione di enorme potenziale impatto
ambientale;
Si ritiene che la localizzazione,
stabilita nel Piano Esecutivo per Bagnoli, di quello che viene definito “Porto
Canale”, oltre ad essere impraticabile perché in contrasto con le leggi dello
stato sia fortemente sconsigliabile, sia per la prevedibile limitata funzionalità,
sia per l’enorme negativo impatto paesaggistico e ambientale che produrrebbe
sia per gli elevati costi che dovranno sostenersi, sia, infine, per i riflessi
negativi che comporterebbe in un strategia di sviluppo economico centrato anche
sull’attività turistica.
Si osserva che la localizzazione
ed eventuale realizzazione del porto canale, così come stabilita nel Piano
Esecutivo per Bagnoli, è in netto contrasto con le leggi dello stato e con le
caratteristiche naturali e morfologiche dell’area prescelta.
Proposta
L’alternativa alla soluzione
adottata dal Piano Esecutivo per Bagnoli, relativamente alla localizzazione e
realizzazione del presunto porto canale, si è convinti essere tra le più
naturali. Difatti la soluzione più semplice è restaurare ed attrezzare il
porto naturale di Nisida esistente da circa 2000 anni (e, come può evincersi
dalla fig. 1, nei fatti sempre attivo).
Ecco,
sempre con riferimento al Manifesto del prof. arch. A. Loris Rossi, 10 buone
ragioni che dimostrano la validità di tale soluzione:
1)
è una scelta eco-compatibile che rispetta le leggi dello stato e
consente “il ripristino della morfologia della costa”;
2)
il porto di Nisida è naturalmente protetto dalle traversie dominanti di
libeccio e scirocco sbarrate dalla stessa isola, non si è mai insabbiato e
garantisce la circolazione delle acque all’interno del bacino;
3)
lo specchio d’acqua del porto di Nisida risulta essere otto volte più
grande di quello proposto nel Piano Esecutivo (circa 60 ettari contro i 7,5 del
“porto canale”);
4)
il restauro del porto di Nisida non necessita ne di scavi e
movimentazione di terra, ne di gettate in mare di tonnellate di cemento per
palificate ne di moli aggiuntivi;
5)
le sorgenti sulfuree lungo la costa di Coroglio non solo non verrebbero
sconvolte ma potranno essere utilizzate per alimentare stabilimenti idrotermali
che rilancerebbero le tradizionali attività turistico-ricettive dell’area;
6)
nella prospettiva che, finalmente, la spiaggia di coroglio disinquinata
sia restituita alla balneazione, è possibile aumentare il deflusso delle
correnti (ottenendo un’acqua ancora più pulita) che la separano dall’antico
porto, distante circa 800m, raddoppiando gli attuali varchi esistenti ai lati
dell’ex isolotto di Chiappino, divenuto Lazzaretto nel 1624 ed i cui resti
possono essere restaurati recuperando anche le antiche gallerie sotterranee;
7)
i
fondi risparmiati per scavi, palificate e moli (circa due terzi di quelli
prevedibili per il “porto canale”) possono essere utilizzati per il restauro
del porto di Nisida destinando l’isola a parco naturale e marino, per il
disinquinamento ed il ripristino della spiaggia di Coroglio e per la
realizzazione del parco verde attrezzato;
8)
il ripristino del porto di Nisida potrà essere coordinato ed integrato
nel programma in atto della Soprintendenza ai B.A.P. tendente al restauro del
patrimonio edilizio dell’isola;
9)
con il restauro del porto di Nisida, in alternativa al “porto
canale”, si consentirebbe di evitare l’interruzione della spiaggia
recuperandone un fronte di oltre 100m da poter attrezzare per la balneazione;
10)
il riuscire ad evitare la realizzazione del “porto canale” scongiura
l’impatto ambientale, sia dei giganteschi moli che della diga foranea la
quale, peraltro, deviando la traversia dominante di libeccio all’interno
dell’antico porto, altererebbe l’equilibrio dell’ecosistema della rada
stabilizzatosi oramai da almeno due secoli.
Nella fig. 2 è rappresentata una
delle possibili soluzioni, nella fattispecie quella suggerita nel manifesto del
prof. arch. A. Loris Rossi, per la sistemazione dell’area compresa nel Piano
Esecutivo per Bagnoli ivi compreso,appunto, quella della ristrutturazione del
porto di Nisida.
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