3)
Pericolosità e inopportunità (anche economica) dell’interramento della
variante alla linea della cumana (la linea 8).
Premesso
che:
ü
l’area di Bagnoli è sita in una
conca, circondata da versanti talora molto acclivi, ed è costituita da una
piana alluvionale che inclinata degrada aprendosi, seguendo il disegno della
stessa conca, verso il mare;
ü
in tale conca converge,
sostanzialmente, l’intera falda acquifera della più vasta area costituita dai
Campi Flegrei e dai versanti a nord ovest di Napoli,costituendo, sempre in linea
di massima, anche il punto di convergenza delle acque meteoriche di detto più
vasto bacino;
ü
buona parte della conca di bagnoli
originariamente era una palude acquitrinosa a testimonianza della presenza di
una falda che, nel suo insieme (trattasi di un bacino a falde sovrapposte), è
sostanzialmente superficiale;
ü
la variante della cumana, secondo la
soluzione adottata nel Piano Esecutivo, partendo dalla stazione “Campi Flegrei”
(di progetto) dopo un andamento sostanzialmente rettilineo, parallelo al
versante nord della collina di Posillipo, poco prima della stazione
“Cederna” (anch’essa di progetto) cambia direzione, piegando, interrata ad
una profondità media di 5 metri, prima verso ovest e poi verso nord-ovest,
tagliando trasversalmente, per circa 2/3 della sua sezione, la conca di Bagnoli;
ü
nell’ultima crisi bradisismica
l’area interessata dal tracciato interrato della variante alla linea della
cumana, ha subito un sollevamento compreso tra i 20 ed i 60 centimetri (fig. 3);
Si
osserva che la soluzione adottata relativamente alla variante della linea della
cumana (la linea 8) si ritiene venga a costituire un potenziale pericolo dato il
particolare contesto idrogeologico nel quale essa viene inserita. Difatti,
ponendo il tracciato trasversalmente al piano inclinato della conca ed alle
linee di deflusso principale della falda, esso viene a rappresentare un ostacolo
alla circolazione sotterranea compromettendo, avvenendo quest’ultima in
prossimità del piano campagna, anche quella superficiale. Conseguentemente ciò
potrà comportare frequenti allagamenti, sicuri in stagione di piena e con
intense piogge. A tale proposito, giova ricordare che dal 1997 l’area è
riconosciuta a rischio idrogeologico per il quale fu affidata dal Governo la
delega commissariale al Sindaco della città. Un altro aspetto che oltre a
costituire pericolo pone una serie di potenziali riflessi negativi, da quello
gestionale a quello economico, è legato all’attività bradisismica
dell’area. Difatti oltre ai costi esorbitanti che potrebbe comportare
intervenire in caso di deformazione delle strutture, enormi sarebbero anche i
disagi per il moltiplicarsi dei tempi di intervento.
Infine,
non è da trascurare il rapporto costo/benefici che la realizzazione di detta
variante comporta. Si è persuasi che esistano soluzioni sicuramente più
vantaggiose.
Proposta:
Valutare,
sempre considerando il rapporto costo/benefici, soluzioni alternative che
contemplino il trasporto (pubblico ed eventualmente privato) su gomma.
Tuttavia,
qualora si ritenga che il nuovo tracciato sia indispensabile nell’economia del
sistema di mobilità, valutare altre soluzioni tecniche quali, ad esempio,
quella di un tracciato in trincea con il tetto raso alla superficie e ricoperto
da struttura amovibile da utilizzare, magari, come pista ciclabile.
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