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le Catastrofi Innaturali

 
 

Autore:               Eleonora PuntilloEditore:              Tullio Pironti
Anno pubblicaz.: 2001
Pagg.:                  190
Costo:                  € 11,36
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L'autore

Eleonora Puntillo, nata a Napoli, si è laureata in filosofia nel 1960. Giornalista professionista dal 1965 formatasi, lavorando come cronista e inviato, al quotidiano “L’Unità” (dal 1961 al 1979). Si è sempre distinta per il suo impegno contro gli scempi edilizi a Napoli (e non solo) e, per tale ragione è stata chiamata (negli anni '70) nel direttivo dell'INU-Campania (Istituto Nazionale di Urbanistica). Nel 1985 si è meritata, vincendolo, il Premio Senigallia “Cronista dell’anno” per gli articoli sul bradisismo e pianificazione a Pozzuoli.

Ha già pubblicato: "Felice Ippolito, una vita per l'atomo", "Jeanne racconta, memorie di Jeanne Caròla Francesconi", "Grotte e caverne di Napoli", "Diaro 1799, giorno per giorno la Repubblica Napoletana".

Il libro

L'opera, è di sicuro aiuto nel comprendere quella che rappresenta una difficili e drammatica realtà quale è il dissesto idrogeologico della città di Napoli. Essa, pur non essendo esaustiva nell'analisi delle molteplici cause che contribuiscono al dissesto idrogeologico, ci viene, comunque, incontro nel cercare di dare alcune risposte a quelle domande che, all’indomani di quelle drammatiche cinque ore di pioggia del 15 settembre scorso, molti si saranno posti su tali catastrofi:

Ø      potevano e potrebbero essere prevedibili?

Ø      sono naturali o hanno precise responsabilità?

Ø      tali responsabilità hanno e/o avranno mai nome e cognome?

Ø      Infine, sarà mai possibile rimuovere o ridurre le condizioni che innescano tali catastrofi?

In questo suo ultimo libro, accompagnato dalla significativa presentazione di Ada Becchi - docente all’Università di Venezia, vice Sindaco e assessore alla mobilità nella giunta Bassolino nel 1993-94 -, riesce ad identificare e descrivere con estrema chiarezza alcune tra le principali problematiche responsabili delle catastrofi, e non solo, va anche oltre identificando, talora con precisione (vi sono diversi nomi e cognomi), anche i responsabili, politici e tecnici. Ed è proprio in quest’ultima analisi che possiamo, sia rilevare, volendo cercare il classico pelo nell’uovo, un’analisi politica forse non eccessivamente equilibrata sia identificare quegli elementi che ci autorizzano a pensare che a tutt’oggi, probabilmente, molte responsabilità sono ancora inevase. Il libro appare mutuare, con apprezzabili risultati, stili tra il romanzato ed il giornalistico incentrandosi e svolgendosi intorno alla drammatica storia di un insegnante con laurea in farmacia, sposato e padre di due ragazzi abitante in via Aniello Falcone dove, il 20 settembre del 1969, perse la vita (dopo aver fatto innumerevoli denunce) sprofondando in una voragine apertasi sulla stessa strada.

Ovviamente non è a caso che l’autrice ha scelto questa storia, difatti essa è estremamente emblematica, sia per il suo tragico consumarsi sia per il suo tragicomico epilogo in un processo svolto ma, di fatto, mai celebrato, tanto che alla fine il colpevole sembrava quasi fosse la vittima. La Puntillo, così come aveva fatto l’avvocato di parte della famiglia del Cerreto, rispolvera i risultati dei lavori della Commissione di indagine per il sottosuolo, presieduta dall’assessore Bruno Romano, durati meno di due anni (dal 14/03/1966 al 23/10/1967) - contro gli oltre cinque dell'attuale presieduta dal Sindaco di Napoli (Bassolino, Maroni e Iervolino)-, quelli precedenti di una commissione di studio sulla rete fognaria di Napoli (1957) e un rapporto denuncia elaborato dall’allora PCI e consegnato (a firma anche della stessa E. Puntillo) al direttore generale dei Lavori Pubblici il 28/06/1967.

 

 

L'analisi

Quindi un libro denuncia, un libro che vuole fare chiarezza sulle catastrofi a Napoli così come traspare subito anche dalla presentazione della Becchi che cita testualmente: "Napoli ha, infatti, una particolare propensione a creare le condizioni favorevoli al prodursi di “catastrofi innaturali”, o in qualche modo a simularne la manifestazione, prendendo spunto da singoli episodi ingigantiti in modo da rendere credibile l’epidemia, il disastro o quant’altro. È quasi ovvio che in un contesto di questo tipo la cattiva qualità, l’abuso, la mancata manutenzione dei beni pubblici siano state a lungo pedine di un gioco in cui la catastrofe si riproduce con scadenze quasi prevedibili, e diviene l’appiglio per rivendicare risorse da spendere in “nuove opere”".

Una denuncia che la Puntillo grida quasi con rabbia nella premessa dove così risponde ad una citazione, da lei stessa richiamata, di Tullio Regge (fisico ambientalista): "…ben poco sa di Napoli e dei suoi cinici saccheggiatori, degli ignorantissimi, incoscienti, disonesti che l’hanno governata purtroppo per lunghissimi decenni, dei lamentosi intellettuali, e dei “tecnici” sempre pronti a vendersi al migliore offerente…" E se la Puntillo, come accennato, appare peccare di poca oggettività e scarso equilibrio politico, al punto da dimenticare che Napoli, dal 1975, è stata guidata per ben sedici anni da sindaci del PCI-DS (M. Valenzi ed A. Bassolino) con un intermezzo, comunque, di giunte di centro sinistra e che, tutt’oggi, ha una guida che è in perfetta continuità politica, sia per ammissione dello stesso Sindaco R. R. Iervolino sia per il numero di uomini riconfermati, con la passata giunta Bassolino, maggiore equilibrio e memoria pare, invece, mostrare la Becchi. Difatti, non potendo non soffermarsi (come, d’altronde ha fatto la stessa Puntillo nel libro) sui drammatici eventi che si sono rincorsi dal 1996 (Secondigliano, 11 morti, Miano, 2 morti, Materdei…) si interroga chiedendosi forse: …che il conclamato cambiamento del governo locale intervenuto a partire dalle elezioni del novembre 1993, non è stato capace di fare tesoro delle indicazioni che pure alcuni, minoritari e marginali, avevano dato in passato, arrestando la tragica sequenza di crolli e morti?

Ricordando che tra quei “minoritari e marginali” citati vi sono quattro commissioni di studi, di cui l’ultima presieduta dallo stesso Bassolino, indagini ministeriali ed il rapporto dello stesso PCI oltre, a partire dal 1997, ad innumerevoli interrogazioni ed ordini del giorno posti alla giunta Bassolino da AN, la risposta all’interrogativo della Becchi potrebbe leggersi in quanto avvenuto con l’ultima alluvione lo scorso 15 settembre (2 morti e ben 60 voragini).

Un libro quindi che, sia nell’analisi politica – la quale se appare poco equilibrata lo è per le cose non dette – sia, in particolare, nell’analisi tecnica, supportata da interessantissima e qualificata documentazione, rappresenta un contributo prezioso nel comprendere le catastrofi di Napoli e nel cercare di dare risposta ai succitati quesiti. Le catastrofi che si verificano a Napoli sono innaturali e prevedibili, precise sono le responsabilità di chi ha consentito che si realizzassero le condizioni per il loro verificarsi ma – come i dati, i documenti e la stessa presentazione del libro dimostrano – vi sono altrettante responsabilità da parte di chi in tanti anni, fino ad oggi, nulla o poco nulla ha fatto per rimuoverle, e ci si augura per negligenza ed incompetenza e non, come ipotizza la Becchi, col “l’appiglio per…” visto che la commissione presieduta da Bassolino in una cosa si è mostrata molto capace, nel far lievitare gli interventi previsti da i 2.400 miliardi di lire della Commissione Senato (si badi, governo di centro sinistra) a 5.600 miliardi.

 

Francesco Varriale

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