Identità e globalizzazione

Autore:           On. Antonio Parlato

Editore:          Iniziativa Meridionale

Pagg.:             159

 

 

L'autore

Antonio Parlato, nato a Napoli, è avvocato. Dopo una lunga attività professionale nel campo del diritto della navigazione e dei trasporti, si è dedicato a tempo pieno all'impegno politico e culturale. Deputato per cinque legislature, ha ricoperto l'incarico di Sottosegretario di Stato al Bilancio ed alla programmazione economica, con delega per il Mezzogiorno. Attualmente è Presidente della Consulta per il Mezzo giorno e le aree depresse del Centro Nord di AN e dirige il mensile "Iniziativa Meridionale", con il sito telematico. È autore di molte centinaia tra saggi ed articoli apparsi su quotidiani  nazionali in tema di politica culturale, economica e sociale nonché di alcuni libri: "Uscire dal capitalismo", scritto insieme a S. Moffa ed E. Palmesano, "I diritti del Mezzogiorno", Federico II a Napoli", ed è di imminente pubblicazione un'altra sua opera su "Corradino di Svevia, l'ultimo ghibellino". 

 

Il libro

Identità e globalizzazione è un libro che affronta la realtà della globalizzazione in maniera pragmatica. Ogni realtà ha in se aspetti positivi e negativi; l'On. Parlato, conscio di ciò, dimostra come è possibile esaltarne i primi mitigando i secondi. Ma, l'opera è, sicuramente, ben descritta dalla stessa presentazione che l'accompagna e che porta l'autorevole firma del Vicepresidente del Consiglio dei Ministri On. Gianfranco Fini.

״Ancora un libro di Antonio Parlato sul Mezzogiorno. Ed ancora una mia presentazione dell'opera. Ma questa volta, scendendo sul piano dell' "exemplum", si tratta di un lavoro di singolare attualità, rispetto a tre eventi: l'ingresso di A N nella compagine di governo con le responsabilità che il suo nuovo ruolo comporta, anche verso il Sud, il procedere dell'economia mondiale sulla strada della globalizzazione che comporta la ridefinizione del modello di sviluppo locale e, da ultimo ma non per ultimo, lo stragismo terroristico di certo fondamentalismo islamico, ma non certo di tutto l'Islam, che impone riflessioni, riconsiderazioni ed iniziative rispetto al Mediterraneo nel quale il Mezzogiorno è destinato a costruire o il fronte dell'Europa o , come vorremmo tutti, il ponte. L'opera offre spunti preziosi e quantitativamente significativi in ordine a queste tre questioni perché precisa con un disegno strategico, culturale ed economico, la funzione delle identità meridionali, quale fattore non di lotta ma di competizione con la globalizzazione, attraverso oltre un centinaio di esempi tutti legati alle potenzialità di un modello di sviluppo incentrato sulle specificità del Mezzogiorno d'Italia soffermandosi anche su taluni degli strumenti di intervento. Tutto questo comporta anche una ridefinizione delle modalità di espressioni, di rappresentazione e di interpretazione più che dei contenuti, della identità, coerenti con la modernità ed il ruolo di un movimento politico "Nazionale" come A N: l'orgoglio e la consapevolezza delle identità non devono essere più chiuse in se stesse ma accettare il confronto e la competizione internazionale. Anche se certamente in un quadro tutto da definire ancora, di valori - sociali soprattutto - e di principi di riferimento. In altre parole emerge chiarissimo da quest'opera la necessità per il Sud di puntare sulle sue forze, pareggiato che sia il conto con vari strutturali e infrastrutturali che appartengano a pregresse responsabilità istituzionali. E in questa prospettiva che prende forza la nuova  "questione Mediterranea". Nella quale, se dovessero prevalere e dobbiamo fare di tutto perché questa avvenga, i punti di contatto più di quelli di contrasto , tra le sue tre religioni monoteiste- la cristiana, l'ebraica e l'islamica- il reciproco rispetto delle rispettive origini, storie e civiltà, con quel tanto di lasciti che le genti mediterranee si sono tra loro scambiate e che hanno assimilato, le stesse "ragioni di scambio" potrebbero animare rinnovate relazioni di pace e di sviluppo. Sempre che siano definitivamente espunte ambiguità politiche e respinti, da parte dell'Islam più "moderato", gli inaccettabili fondamentalismi di un'altra parte dei popoli mussulmani, come Parlato afferma, il Mezzogiorno d'Italia e di Europa, potrebbe vedere accrescere a dismisura le proprie prospettive. Plaudo dunque a quest'opera che raccoglie analisi e proposte sulle potenzialità di un nuovo, almeno in parte, "modello di sviluppo" del Mezzogiorno, pubblicate di recente da "Iniziativa Meridionale" e mi auguro che esse si facciano strada nella convinzione delle classi dirigenti, politiche ed imprenditoriali, e non solo del Mezzogiorno perché, osservo, le tesi esposte sono certamente applicabili anche all'intero contesto nazionale.

                                                                                         Gianfranco Fini

 

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