Napoli 02 Febbraio 2003 (XXV giornata per la vita - riflessione ispirata alla liturgia cattolica della giornata -)

 

 Gesù:  un “nuovo ordine”, l’Amore

 

 

Non crediate che io sia venuto ad abolire la legge o i profeti; non sono venuto ad abrogare ma a compiere. (Mt 5,17) Gesù, infatti, riassume tutta la legge nel comandamento dell’Amore: Ama il Signore, Dio tuo, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la tua mente. Questo è il comandamento più importante. Il secondo è ugualmente importante: Ama il prossimo tuo come te stesso. (Mt 22, 36; Mc 12, 28; Lc 10, 25) E, proprio a testimonianza di ciò, ecco che oggi lo ritroviamo al tempio perché giunto il tempo della purificazione secondo la Legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: “Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore”; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore. (Lc 2, 22-24) Come attraverso i Magi si manifesta al Mondo la nuova luce, così al tempio attraverso Simeone si rende manifesto ad Israele che tale luce è il compimento della promessa fatta alla stessa discendenza di abramo: “Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele”. (Lc 2, 29) Quindi Gesù è venuto a dare compimento alla legge per la salvezza di tutti. È venuto a portare un nuovo “ordine” nelle cose: l’Amore.

 

La Pace in Terra,anelito profondo degli esseri umani di tutti i tempi, può venire instaurata e consolidata solo nel pieno rispetto dell'ordine stabilito da Dio  (Pacem in terris, Giovanni XXIII)

«Da spirito illuminato qual era, Giovanni XXIII identificò le condizioni essenziali per la pace in quattro precise esigenze dell'animo umano: la verità, la giustizia, l'amore e la libertà (cfr ibid., I: l.c., 265-266). La verità – egli disse – sarà fondamento della pace, se ogni individuo con onestà prenderà coscienza, oltre che dei propri diritti, anche dei propri doveri verso gli altri. La giustizia edificherà la pace, se ciascuno concretamente rispetterà i diritti altrui e si sforzerà di adempiere pienamente i propri doveri verso gli altri. L'amore sarà fermento di pace, se la gente sentirà i bisogni degli altri come propri e condividerà con gli altri ciò che possiede, a cominciare dai valori dello spirito. La libertà infine alimenterà la pace e la farà fruttificare se, nella scelta dei mezzi per raggiungerla, gli individui seguiranno la ragione e si assumeranno con coraggio la responsabilità delle proprie azioni. » (dal Messaggio di Giovanni Paolo II per la Giornata Mondiale della Pace 01/01/2003)

 

Oggi si festeggia la XXV giornata per la vita ed il caso ha voluto che il calendario civile incrociando il calendario liturgico ponesse di domenica una festa del Signore poco conosciuta: la Presentazione al Tempio; in questo giorno, nei tempi antichi, si benedicevano le candele per tutto l'anno, a significare quella luce delle nazioni che profetizza il vecchio Simeone: la presenza del Signore Gesù. E, guardando alla difficile realtà internazionale in cui il valore della vita è costantemente violato, minato e minacciato in tutti i suoi aspetti, guardando ai venti di guerra che, purtroppo, ancora oggi soffiano minacciosi e pronti a distruggere tante vite, non si può non fare un forte richiamo a quel nuovo ordine che Gesù ci ha manifestato e che Giovanni XXIII ha invocato 40 anni fa nella sua enciclica Pacem in Terris. Enciclica che egli volle consegnare a tutti i capi di stato cui gravava la responsabilità di essere chiamati ad operare scelte di pace o di guerra. Giovanni Paolo II nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace di quest’anno ha riproposto a tutti i capi di stato i principi e le esortazioni della Pacem in Terris invitandoli ad assumersi le loro responsabilità. Ma l’invito è rivolto a tutti gli uomini di buona volontà affinché con l’esempio e con la preghiera si prodighino a promuovere compiutamente la vita ricercando quel “nuovo ordine” che è: l’amare Dio Padre (quel Dio comune a tutte le religioni monoteiste) e l’amare il prossimo.

                                                                                                                        Francesco Varriale

 

Messaggio del Consiglio Episcopale Permanente in occassione della XXV giornata per la vita.

 

 

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