In
Napoli, alla via S. D’Acquisto, un tempo nota, unitamente
a via M. R. Imbriani, come via Della Salute, si rinviene, rialzata dal
piano stradale, un’antica chiesa del 1500, l’attuale Parrocchia S. Maria
della Salute. è in tale Parrocchia, oggi guidata con grande pazienza ed
affetto dal giovane Sac. Mario Tornincasa, che sono cresciuti e si sono
formati la maggior parte dei soci fondatori. E, tra le tante attività
in essa presenti, ve n’è una che, in special modo, mi è particolare a
cuore: quella del coro, di cui da tanti anni faccio parte. Ed è ad esso
che, in particolari circostanze, dedico riflessioni ed auguri.
Riflessioni
ed auguri che, avendone l’opportunità giro a tutti voi che state
leggendo, con l’auspicio di riuscire a trasmettervi quella speranza,
quell’ottimismo, che anche attraverso il canto ci viene donato (chi
canta prega due volte), fondamentale per costruire un futuro che sia
sempre migliore.
Francesco
Varriale
(Presidente
della PRIMATE DENAUM) |
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L’annunzio
del Natale
La
nascita di Gesù viene narrata soltanto dai Vangeli di Matteo e di Luca e
nel suo insieme la narrazione non si estende più di due pagine di un
qualsiasi libro di racconti. Eppure è talmente carica di messaggio, di
arte e di poesia da aver stimolato la riflessione e la fantasia di un
numero pressoché incalcolabile di artisti e da aver suscitato un numero
ancora più esteso di opere d’arte, nonché di tradizioni religiose
popolari e folcloristiche. Questo è dovuto soprattutto al racconto,
splendido sotto ogni aspetto, composto da Luca, il quale, anche soltanto
per il fatto di essere all’origine di tutte quelle opere d’arte e di
costume religiose, merita di venire annoverato tra i maggiori artisti
della letteratura mondiale.
Il
racconto della nascita di Gesù scritto da Luca ( 2, 1-20) viene proposto
dalla liturgia della Parola delle prime due Messe – quella della notte e
quella dell’aurora – della festa del Natale.
Nella
narrazione evangelica figura una duplice presenza di angeli. Ci sono gli
angeli del Natale, quella moltitudine dell’esercito celeste che lodava
Dio e diceva: "Gloria a Dio nell più alto dei cieli e pace in terra
agli uomini che Egli ama" (Lc 2, 13-14). Ma nel racconto evangelico
un ruolo fondamentale viene esercitato dall’Angelo del Natale (Lc 2,
9-12). È lui a sintetizzare in brevi parole l’intero messaggio del
Natale e la verità di Gesù. Il messaggio che l’Angelo del Natale –
questo grandissimo teologo – rivolge ai pastori e a noi, condensa in
pochi ma densi termini una sintesi della teologia cristologica:
l’Angelo
disse ai pastori: "non temete ecco vi annunzio una grande gioia, che
sarà di tutto il popolo:
oggi
vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo
Signore" (Lc 2, 10-11).
L’affermazione
"È nato", che costituisce uno dei punti nodali dell’annuncio
dell’angelo del Natale, è introdotta da un’espressione che la
traduzione italiana rende con "vi annunzio una grande gioia". Il
greco usa un termine ("euaggelízomai") più significativo:
"Vi annunzio un vangelo di grande gioia". Secondo l’angelo,
l’annuncio dell’ "è nato" che egli sta proclamando
costituisce l’inizio di tutto il vangelo; tutto il vangelo prende inizio
dall’evento festoso che ora viene annunciato. E se il
"vangelo" è persino nella sua etimologia un "lieto
annunzio", la nascita di Gesù costituisce la sorgente di ogni altro
lieto annunzio che viene espresso dal resto del vangelo.
La
parola dell’angelo: "è nato" non lascia spazio alla
possibilità di pensare che il bimbo nato possa venire immaginato come un
essere divino preesistente che ha assunto all’improvviso parvenze umane.
Per indicare la conclusione della gestazione del nascituro nel grembo
della madre il testo evangelico adopera per due volte (Lc 2, 6.7) il verbo
greco che è specifico per indicare la nascita mediante parto: tíktein.
Anche l’angelo del Natale lo usa: le parole greche ch’egli pronuncia
vanno infatti tradotte esattamente così: Oggi è stato partorito a voi…
Cristo-Signore". Del resto l’angelo Gabriele, annunciando a Maria
non soltanto una gravidanza ma anche un parto, aveva anch’egli adoperato
il medesimo verbo greco (Lc 1,31).
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26
Dicembre
Festa
di Santo Stefano
Nei primi tempi la Chiesa
celebrava unicamente il mistero di Cristo. Poi, già nel secolo II, venne
introdotto il culto dei martiri, che con la loro morte avevano rinnovato
il mistero pasquale del Signore. Stefano fu il primo testimone - questo
significa "martire" – di Gesù. Il giorno del martirio si
chiamò natale, poiché in quel giorno i martiri nascevano alla vita
risorta del Signore. Perciò insieme al Natale di Gesù Cristo, celebrato
nella giornata di ieri, la Chiesa celebra oggi il natale del primo
cristiano che confermò col sangue la testimonianza della sua fede in
Cristo.
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Una
riflessione, un augurio
Fede e vita sono realtà che per noi
cattolici non sono e non dovrebbero essere mai disgiunte; può, quindi,
capitare che smarrendo, o annebbiandosi, l’identità della prima cambia,
inevitabilmente, la seconda. Né, tuttavia, quest’ultima, può esserci
indifferente, convinti che è sufficiente credere ed osservare la
“pratica religiosa”, come faceva compiaciuto il fariseo nel Tempio. In
tale ottica, in questo particolare momento storico, non si può non
riscoprire il significato, l’importanza del messaggio del coro degli
angeli del Natale. Tutti siamo stati scossi, sgomenti, da quanto accaduto
l’11 settembre 2001, così come sgomento ha espresso il Papa giorni fa
per le guerre e le carestie che si consumano in tante regioni e, insieme a
quell’11 settembre, dimenticate dalla “civiltà” dei paesi
“evoluti”. Quantunque ardua, la fatica della pace è un dovere sacro
per ogni credente. La pace, se la si vuole veramente è sempre possibile!
(Giovanni Paolo II). è ovvio, che in tale cimento ognuno è chiamato ad
impegnarsi secondo le proprie forze ed i propri carismi, pur non
dimenticando mai quanto sia grande il potere della preghiera, comune a
tutti, alla quale la stessa Madonna più volte ci ha invitati a ricorrere.
Ma alla preghiera deve accompagnarsi l’iniziativa generosa di uomini e
donne di buona volontà. È necessario promuovere una cultura della pace,
ispirata a sentimenti di tolleranza e di universale solidarietà !
(Giovanni Paolo II).
Ed allora facciamo nostro il messaggio degli
angeli, rendiamo gloria a Dio e lavoriamo incessantemente per essere
costruttori di una vera pace, pilastro portante di quel regno annunciato
da Gesù, di cui la Chiesa è primizia. Regno che è non astrazione ma
realtà che già sulla Terra siamo chiamati a costruire con la fede e con
le opere, testimoniando sempre, nei momenti opportuni e meno opportuni
(come suol dire S. Paolo), con la nostra vita il vero Amore, vera roccia
su cui edificare la cultura della vita, della pace.
A tutti i sinceri auguri
di un
Buon e Santo
Natale e...
Felice e Sereno
Anno 2003
Francesco
Varriale
(Presidente
della PRIMATE DENAUM)
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